Metafisica
METAFISICA
La pittura metafisica si sviluppò in Italia, a Ferrara in particolare, a partire dal 1916, come risposta alla pittura delle avanguardie e dei futuristi, con il ritorno ad una pittura classica con riferimenti all'antica Grecia. La parola "metafisica", dal greco "metà tà physika (oltre il fisico ciò che non appartiene al mondo naturale) raffigura l'inconscio e il sogno, il surreale. Come nel sogno i paesaggi sono veri ma sono assemblati confusamente ad esempio una piazza non è detto che si trovi esattamente vicino a un campo di fiori. I caratteri fondamentali della pittura Metafisica sono:
rappresentazione di immagini che conferiscono un senso di mistero, di allucinazione e di sogno.
La prospettiva del quadro è costruita secondo molteplici punti di fuga incongruenti tra loro (l'occhio è costretto a ricercare l'ordine di disposizione delle immagini)
Assenza di personaggi umani quindi solitudine: vengono rappresentati manichini, statue, ombre e personaggi mitologici.
Campiture di colore piatte e uniformi.
Scene che si svolgono al di fuori del tempo.
Le ombre sono troppo lunghe rispetto agli orari del giorno rappresentato.
L' uomo non c'è fisicamente ma c'è simbolicamente attraverso il fumo delle ciminiere, le muse ecc...
Gli autori più importanti del movimento furono:
Giorgio De Chirico
Alberto Savinio (Andrea De Chirico, fratello di Giorgio De Chirico)
Carlo Carrà
Il movimento metafisico fu di fondamentale importanza per molti autori Surrealisti.
I quadri metafisici spesso ritraggono piazze Italiane considerate misteriose e romantiche, i personaggi presenti in queste piazze sono statue greche o manichini. Nelle opere tutta l'attenzione va alla scena descritta, una scena immobile senza tempo (come un sogno) spesso un luogo silenzioso e misterioso, un palcoscenico teatrale senza emozioni.
In letteratura: la metafisica è quella parte della filosofia che si occupa degli enti in tutti quegli aspetti che prescindono dal loro aspetto sensibile (oggetto della fisica nel senso pre-scientifico di branca della filosofia che si occupa della natura nella sua realtà empirica, nonché, più modernamente, delle altre scienze particolari) secondo una prospettiva il più ampia e universale possibile. All'ambito della ricerca metafisica appartengono, fra l'altro, il problema dell'esistenza di Dio, dell'anima, dell'essere in sé (ciò che Kant chiama noumeno), nonché la questione della relazione fra l'Essere e l'ente (differenza ontologica) e la risposta alla domanda filosofica fondamentale "perché l'essere piuttosto che il nulla?".
Il termine metafisica deriva dalla catalogazione dei libri di Aristotele, nell'edizione di Andronico da Rodi (I secolo AC), nella quale la trattazione dell'essenza della realtà fu collocata dopo (in greco "meta") quella della natura (che è la fisica). Il prefisso "meta" assunse poi il significato di "al di là, sopra, oltre". L'etimologia in questo caso può essere fuorviante per una disciplina che si occupa delle "cause prime".