Simbolismo

SIMBOLISMO

Corrente artistica sviluppatasi su scala europea negli ultimi decenni del XIX secolo a partire dalla Francia, dove si affermò intorno al 1885. A differenza di altri movimenti (impressionismo, divisionismo ecc.) il simbolismo non si identifica con un gruppo costituito e omogeneo, ma rappresenta piuttosto una tendenza generale che tra il 1880 e il 1910 circa investe tutti i settori dell'attività estetica. Nel campo delle arti, e della pittura in modo particolare, va ricondotto al clima antimpressionista e antinaturalista del periodo e alla diffusa polemica contro il realismo e il materialismo positivistico di un'arte basata sulla restituzione prevalentemente ottica dei fenomeni sensibili. Tra le fonti culturali più rilevanti del simbolismo pittorico è da ricordare la produzione poetica di Charles Baudelaire (Parigi, 9 aprile 1821 – Parigi, 31 agosto 1867), che agì sugli artisti sia indirettamente (attraverso le esperienze successive dei poeti francesi simbolisti e parnassiani) sia direttamente, a partire da lavori come Elévation e Correspondances (entrambi del 1857) nei quali trovava forma l'aspirazione a un' "aria superiore" dove intendere "la segreta lingua ...... delle cose mute" e in senso più generale, la poetica delle corrispondenze: "È un tempio la natura ove viventi pilastri a volte confuse parole mandano fuori; la attraversa l'uomo tra foreste di simboli dagli occhi familiari. I profumi e i colori e i suoni si rispondono come echi lunghi che di lontano si confondono in unità profonda e tenebrosa, vasta come la notte ed il chiarore". L'idea di intrecci e riflessi tra sonorità, colori, forme e sensazioni avrebbe costituito il legante, il minimo comune denominatore, di quella variegata produzione artistica del tardo e ultimo Ottocento comunemente indicata come simbolista al di là delle marcate diversificazioni dello stile: i pittori simbolisti, infatti, si ricollegavano sia alle componenti visionarie della pittura romantica, rivisitate secondo maniere che potevano spaziare dalla ripresa del purismo di Jean-Auguste-Dominique Ingres e della tradizione accademica classicista a un colorismo alla Eugene Delacroix, sia a sperimentazioni di matrice postimpressionista. Lo scrittore Jean Moréas aveva pubblicato nel 1886, sul «Figaro», un primo manifesto del simbolismo: l'arte vi era concepita come espressione concreta e analogica dell'Idea, momento d'incontro e di fusione tra elementi della percezione sensoriale ed elementi spirituali. Dalle "corrispondenze" baudelairiane era poi significativamente partito, nel 1891, il critico George-Albert Aurier per delineare, nel "Mercure de France" la dottrina e i caratteri della nuova pittura simbolista, che doveva essere «ideista», cioè esprimere un'idea per mezzo di forme, "sintetista" soggettiva e decorativa, come già l'arte dei "primitivi". La nuova estetica, che coinvolgeva letteratura e arti visive, fu sostenuta da numerose riviste: "La Revue wagnerienne" (1885), "Le Symbolisme" (1886), "La Piume" (1889), "La Revue bianche" (1891) e, soprattutto, "La Plèiade" che, fondata nel 1886 sotto l'influsso di Paul Verlaine, si sarebbe trasformata tre anni dopo nel già ricordato "Mercure de France". Contemporaneamente usciva il Saggio sui dati immediati della coscienza del filosofo Henri Bergson, nel quale si possono trovare significativi elementi di sostegno all'indirizzo pittorico simbolista. Sul terreno delle tematiche si delineano nel simbolismo alcune costanti, come il ricorso privilegiato all'allegoria o il richiamo a soggetti con una forte connotazione etica o religiosa (cicli delle ore, delle stagioni o delle età della vita, amore e morte, peccato e redenzione) oppure a soggetti storici, mitologici, leggendari (rituali cavallereschi, città morte e civiltà sepolte, evocazione dell'oriente mistico e dei suoi saggi). La sensibilità simbolista esplora le dimensioni più profonde e misteriose dell'esistenza, come quella dell'erotismo, cerca l'evasione nel mondo del sogno e dell'immaginazione e nell'evocazione di passati mitologici o mistici o di contrade esotiche, attingendo anche all'ultraterreno e all'esoterismo. Sull'esempio degli scrittori suoi contemporanei, il pittore simbolista preferisce lo spirituale al materiale, l'irrazionale al razionale; il flou artistico, l'equivalente del "vago" poetico definito da Emile Hennequin o della "suggestione" di Stéphane Mallarmé, appare spesso lo strumento privilegiato per aumentare la distanza dalla realtà prosaica, valorizzare le risonanze emotive e le potenzialità evocative delle immagini. La natura morta è quasi del tutto assente; il paesaggio è limitato alla foresta misteriosa o a luoghi carichi di richiami culturali. Predomina la figura umana e in particolare assume un'importanza emblematica la donna, vista secondo due aspetti, angelico e diabolico, raffigurati in una galleria di ritratti di "donne fatali": Eva, Dalila, Giuditta. Salomè, Pandora. Elena, Medea, Saffo, Cleopatra, meduse e sirene, sfingi e chimere.

Precursori del simbolismo come sintesi tra visibile e invisibile, spirito e sensi, sogno e vita, possono essere considerati in Francia, oltre a Pierre Puvis de Chavannes, Gustave Moreau, Rodolphe Bresdin e Odile Redon, che con precisa scelta di gusto, Joris Karl Huysmans, inserì nel suo romanzo Controcorrente (À rebours. 1884) testo emblematico del coevo simbolismo letterario, ispirato a un atteggiamento di eccentrica ed estetizzante evasione, che diede avvio a un intenso scambio tra simbolismo e decadentismo. Ma è intorno a Gauguin che si riunì il gruppo dei simbolisti francesi: sostenitore della pittura "a memoria" contro la pittura en plein air di naturalisti e impressionisti, aveva elaborato nell'ambito della scuola di Pont-Aven una nuova sintesi espressiva attraverso la tecnica dei colori puri à plat e del cloisonnisme (pittura a zone circoscritte), presentata nella mostra del 1889 al Caffè Volpini di Parigi, che consacrò il movimento. A Paul Gauguin fecero riferimento artisti come E. Bernard, Ch. Filiger, A. Séguin, G. Lacombe, e poi i "Nabis" che cercarono di tradurre il simbolismo in costume di vita e in attive riforme delle arti visive nelle loro diverse manifestazioni (tra arte pura e arti applicate), con in primo piano i pittori M. Denis, protagonista di una modernizzazione dell'arte sacra che avrebbe avuto il suo centro nel convento benedettino tedesco di Beuron e P. Serusier, teorico delle tendenze mistiche e teosofiche dei pittori del gruppo Rosa+Croce, fondato dallo scrittore esoterico e occultista J. Péladan, che si faceva chiamare Sàr, grande sacerdote. Intorno al 1890 il simbolismo si diffuse anche in altri paesi europei, caratterizzandosi per una molteplicità di declinazioni, interpretazioni e contaminazioni con altre tendenze culturali e artistiche. In Belgio, in modo particolare, con il gruppo "Les xx" si assistè a una trasformazione in senso simbolista di artisti di formazione naturalista come J. Ensor e F. Khnopff; figure significative del simbolismo belga furono anche F. Rops, J. Delville, G. Minne, L. Splliaert, A.J. Wiertz, X. Mellery, W. Degouve de Nuncques. L'Olanda partecipò alla tendenza con J. Toorop e J. Thorn-Prikker. In Gran Bretagna la continuità con l'idealismo preraffaellita venne assicurata da D.G. Rossetti, J.E. Millais ed E.C. Burne-Jones, mentre W. Crane, A. Beardsley, G.F. Watts e J.A. Whistler delinearono altri sviluppi preludendo all'art nouveau. In Germania e in Austria, dove il simbolismo finì per identificarsi con i movimenti di Secessione, sono altrettanto accentuate le differenze stilistiche e generazionali: A. Bòcklin, H. von Marées e F. von Stuck, G. Klimt e A. Kubin ne segnano gli estremi, mentre le incisioni di M. Klinger preannunciano il surrealismo. In Scandinavia, dove ebbe un ruolo di rilievo la rivalutazione delle tradizioni nazionali, si segnalano A. Gallén-Kallela, E. Munch. attivo in Francia e Germania, e J.F. Willumsen. allievo di Gauguin. La Svizzera conta un notevole numero di partecipanti ai saloni della Rosa+Croce: F. Hodler, F. Vallotton, E. Grasset, C. Amiet, A. Welti, C. Schwabe. L'Italia partecipò al movimento con artisti come G. Previati, G. Pellizza da Volpedo, G. Segantini. Alberto Martini. Nell'Europa orientale, dove il simbolismo si rivelò decisivo per il recupero e lo sviluppo delle culture nazionali, si segnalano il ceco A. Mucha, maestro del manifesto modem style, i russi M. Vrubel' e L. Bakst con il gruppo di Mondo dell'Arte, che promuoveva l'idea di un'integrazione delle arti, e il lituano M.K. Ciurlionis, con le sue ricerche sinestesiche.

Artisti di Triskele Arte

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